venerdì 16 dicembre 2011

Crisi di impresa e strategie legali

Nel generale contesto della crisi economica e finanziaria vi sono alcuni settori di attività legali in espansione, mentre altri, per esempio quello delle operazioni straordinarie, sono chiaramente in fase recessiva.
Il settore anticiclico per definizione è quello del diritto fallimentare.
Non mi riferisco soltanto al diritto delle procedure concorsuali propriamente dette, fallimento, amministrazione straordinaria e liquidazione coatta amministrativa, ma anche, e soprattutto, alle cosiddette procedure negoziali per la gestione della crisi di impresa.
Nella legge fallimentare sono, in particolare, gli accordi per la ristrutturazione dei debiti e il concordato preventivo.
A mio parere si potrebbero accomunare tutte, e io lo faccio per semplicità, sotto il nome di ristrutturazione dei debiti, che potrebbe essere anche il nome di questa specifica practice per gli avvocati.
Sebbene poco conosciuta, nel mondo forense, questa tipologia di attività presenta molto interesse per l'avvocato, soprattutto per l'avvocato che voglia ritagliarsi un ruolo un poco diverso da quello, tradizionale, di "litigator".
L'avvocato, dotato di una buona preparazione in questo settore specialistico, rappresenta una figura indispensabile per l'impresa che si trovi a dover affrontare un carico debitorio ormai diventato molto consistente e pericolosamente vicino all'insolvenza, cioè alla situazione di incapacità strutturale di far fronte alla situazioen debitoria.
Diverse sono le strategie che si possono adottare, ma sempre, è necessario procedere a una ristrutturazione del debito, a meno che non si voglia percorrere vie, quale quella classica della bad company, miranti, sostanzialmente, a sottrarre gli asset ancora validi alla garanzia patrimoniale dei creditori.
L'impresa che voglia, invece, percorrere una via, finanziariamente più onerosa, ma legalmente più corretta e, probabilmente, più remunerativa in termini di reputazione e di immagine, ha a disposizione gli strumenti cui ho accennato prima.
Ristrutturare un bilancio in passivo non è cosa semplice, se l'impresa ha già dimensioni medie.
Nella piccola impresa si presenta, solitamente, in modo più semplice, ma non è scontato.
Una ristrutturazione non è mai indolore.
Solitamente è necessaria anche una riorganizzazione aziendale, con una riduzione delle spese, il che può voler significare cessione di rami di azienda, chiusura di alcuni segmenti produttivi o, anche, più semplicemente, riduzioni di personale.
Quasi sempre è necessario accelerare il recupero di crediti rimasti insoluti o, qualora ciò non fosse possibile in tempi ragionevoli, la loro cessione, che può far entrare liquidità preziosa nelle casse aziendali.
Si possono anche liquidare beni immobili, se ci sono, oppure individuare nuove forme di finanziamento.
Si possono fare molte altre cose, in realtà, mi sono limitato a elencare alcune di quelle più note.
Una cosa importante è che una ristrutturazione non può funzionare senza l'accordo con i creditori più importanti dell'impresa, con i quali è possibile negoziare dei  piani di rientro, ma che, in ogni caso, devono prestare un assenso.
Infatti, la legge fallimentare, prevede, tanto per gli accordi di ristrutturazione dei debiti, quanto per il concordato preventivo, che il piano proposto dal debitore sia approvato dalla maggioranza dei debitori.
Quanto ho scritto mi sembra renda evidente come l'avvocato, purché abbia una competenza reale nel settore  della crisi di impresa, ma anche del diritto societario, contrattuale e finanziario, sia un professionista indispensabile nell'elaborazione e attuazione di una strategia capace di risolvere una situazione di crisi dell'impresa, prima che si manifesti un' insolvenza conclamata.

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